Punto d’impatto, l’editoriale di Franco Michienzi

L’innovazione digitale consente di espandere gli orizzonti di mercato verso nuove comunità. Il metaverso per l’industria nautica è ancora tutto da sperimentare 

by Francesco Michienzi

La linea tra la vita reale e l’universo digitale sta diventando sempre più sottile. Alcuni settori industriali come quello della moda sono molto coinvolti nel metaverso aumentandone l’interesse, ma si vedrà in un prossimo futuro se sarà una nuova forma di marketing o altro.

Il metaverso nasce in letteratura come un mondo virtuale dove rifugiarsi per evitare le catastrofi di quello reale. Oggi esiste unicamente per fare business trasportandoci in una realtà virtuale così magnifica da surclassare quella reale. Più immersiva di quanto si possa immaginare rispetto alle esperienze attuali, più attraente nonostante la tecnologia necessaria ancora non esista. L’industria automobilistica ha un atteggiamento più prudente con il metaverso, memore di quello che accadde agli inizi del millennio, quando si parlava e scriveva solo di Second Life, un mondo virtuale dove saremmo tutti finiti a vivere la nostra nuova vita. Diversi costruttori di auto cominciarono ad aprire su Second Life concessionarie virtuali, dove vendere auto non virtuali in cambio di denaro vero. Poi la cosa svanì in una bolla così come era arrivata, soldi buttati.

NEL METAVERSO IL MODELLO DI BUSINESS EMERGENTE VENDE PRODOTTI ALL’INTERNO DI REALTÀ INTERAMENTE VIRTUALI. IN QUESTO MODO
GLI APPASSIONATI SONO CHIAMATI AD EVOLVERSI IN AVATAR
PER ACCEDERE ALLA PIATTAFORMA ED ACQUISTARE.

Lo sviluppo e le opportunità che offre il metaverso nella moda, sono, a mio avviso, maggiormente comprensibili perché, grazie alla fotocamera del telefono, i clienti possono eseguire una rapida scansione della loro morfologia, limitando il numero di acquisti non convertiti poi in vendite reali sui fashion e-commerce e di resi. Nelle auto e, soprattutto, nella nautica lo comprendo meno. Vedere un’automobile o una barca nel metaverso è come stare in un videogioco. Recentemente ho avuto l’occasione di provare una supercar da 456 cavalli e sono stato contento di sentire la fortissima adrenalina e l’emozione di averla tra le mani mentre accelera. Così come quando nel mese di marzo ho provato una barca di 30 metri, 100 tonnellate di dislocamento e 59 nodi di velocità massima. Si è trattata dell’ennesima conferma che il mondo reale mi affascina molto di più.

Ma c’è un pensiero generalizzato, che vuole rendere virtualmente accessibile tutto a tutti. L’evento della prima Metaverse Fashion Week è stato totalmente gratuito e aperto a chiunque, senza bisogno di biglietti o inviti privati. «La moda deve essere democratica e aperta a tutti e non solo all’industria stessa», ha dichiarato un noto stilista. «Le persone possono partecipare a questa presentazione creando il proprio avatar. Se pensiamo al mondo reale, nessuno vuole indossare gli stessi vestiti per un’intera settimana, nessuno vuole partecipare a una festa usando lo stesso outfit mostrato in precedenza. Come nel nostro quotidiano, anche se in un universo digitale, le persone vogliono essere uniche indossando abiti e accessori di lusso esclusivi in ogni occasione». L’industria dei beni di lusso, che per essere remunerativa deve avere un mercato ampio, crea l’illusione che quello che stai comprando è realizzato solo per te. 

Io mi chiedo, ma davvero le persone intelligenti cercano prodotti esclusivi solo per il gusto di essere gli unici a possederli? Oppure, se davvero si sentono meglio nel partecipare a un evento che dal vivo era loro precluso? Il mantra di ogni comunicatore di azienda è simile in quasi tutti i settori, regalare esperienze esclusive. Io credo che gli umani, non gli avatar, si nutrano di sentimenti, passioni, emozioni ed esperienze reali. Quello che può fare concretamente una persona, grazie ai suoi sentimenti, è di una potenza inimmaginabile. Nel film Punto d’impatto, il protagonista, per salvare la persona amata, decide di sacrificarsi lui stesso. 

PARLARE DI LUSSO NELLA NAUTICA, PARAGONANDO
IL TERMINE A QUANTO
AVVIENE NELLA MODA, È IMPROPRIO.
LE BARCHE SONO PURA PASSIONE
CHE GENERANO FORTI EMOZIONI.

Accade nei film, ma accade anche nella realtà, se pensiamo a quanto sta succedendo al centro dell’Europa, perché la forza di un sentimento è così nobile che nessun avatar sarà mai in grado di avere. Sono convinto che in tutti i settori industriali sia fondamentale abbracciare l’innovazione digitale, che consente di espandere i propri orizzonti a nuove opportunità di mercato, ma resto dell’idea che la relazione tra il fisico e il metafisico sia ancora tutta da esplorare. Il modello di business emergente che vende prodotti all’interno di realtà interamente virtuali non è ancora l’ideale per un bene di consumo così complesso come una barca. La relazione non è solo tra l’oggetto e la realtà, che potrebbe essere anche virtuale, ma tra le persone e le emozioni che l’oggetto stesso è in grado di produrre grazie al suo utilizzo.

(Punto d’impatto, l’editoriale di Franco Michienzi – Barchemagazine.com – Giugno 2022)